Incontro con Stefano Boeri



Una nuova occasione per far sentire la nostra voce in merito ai tanti problemi che affliggono il nostro quartiere, a partire ovviamente da quello viabilistico.
L'architetto Marini, assessore all'urbanistica del Comune di Sesto San Giovanni, ci ha invitato a partecipare a questo importante evento dal quale potranno nascere nuove idee per il futuro.

Sesto Marelli: Porta Sud di sesto o Porta Nord di Milano?
Una camminata e una discussione tra le aree del terziario abbandonato, le fabbriche dismesse e i quartieri della terza di mezzo tra città e hinterland, in compagnia dell'architetto Stefano Boeri.


E’ difficile trovare in uno spazio ristretto così tante questioni e tanti problemi uno diverso dall’altro come nel quartiere Vittoria/Marelli a ridosso del confine fra Sesto e Milano.
Il processo di riconversione delle grandi fabbriche non si è ancora concluso (area Marelli) che già assistiamo all’abbandono degli edifici per uffici costruiti qualche decennio addietro, veri e propri contenitori usa e getta di cui nessuno ora sa cosa farne.
E poi c’è il problema del traffico, dei collegamenti est/ovest dell’area metropolitana e delle esigenze contrastanti fra i cittadini metropolitani e i residenti locali. Le auto invado il quartiere e i posti per parcheggiare sono merce preziosissima, e contesa strenuamente dagli abitanti e da chi usa il quartiere per lavorare o per usufruire dell’unica fermata della Metropolitana di Sesto che costa come a Milano.
Poi c’è il problema della vivibilità del quartiere Vittoria, la crisi abitativa e gli sfratti, il problema della qualità dello spazio pubblico e tante altre questioni ancora.

Il quartiere Vittoria/Marelli è periferia? Nessun luogo è periferia se piazza del Duomo può essere facilmente raggiunta in 20’ minuti. Piuttosto è una centralità che si sta deteriorando e perdendo.
Proprio perché “centrale” molte grandi aziende e strutture ricettive hanno scelto e stanno scegliendo questa zona come propria sede. E poi c’è un’eccellenza come l’Università, relegata in quella marca di confine che è piazza Montanelli.

Come migliorare questa città, come consolidare ed aumentare le risorse presenti sfruttandole appieno affinché migliorino la vivibilità di questo pezzo di Città Milano, cosa fare dei palazzi per uffici desolatamente vuoti e che rischiano di rimanere lì ancora per molto tempo, è la domanda che ci poniamo e rivolgiamo agli abitanti, alle aziende e alle istituzioni che utilizzano e governano questa città.

Per conoscere meglio questa terra di mezzo è stata organizzata una camminata  e un incontro con chi abita ed utilizza questa città lunedì 25 gennaio 2016 alle ore 18.00 presso l’Auditorium della sede dei Sindacati Confederati di Sesto San Giovanni, ora parzialmente vuota, di viale Edison 1/viale Monza 497.
Un incontro e una camminata a cui ha partecipato anche l’architetto Stefano Boeri e che speriamo possa essere utile per trovare spunti ed anche solo comprendere meglio i problemi di questa città e di chi l’abita e l’utilizza.

Sono stati invitita a parlare il Sindaco Monica Chittò e gli assessori di SestoSG, l’Università e gli studenti del Master di comunicazione, la cooperativa CoopLotta e Uniabita, l’Unione Inquilini di Sesto, il Comitato di Via Porto Corsini, i cittadini del quartiere Vittoria, i curatori fallimentari dell’area Marelli, imprese e alberghi presenti nel quartiere e tanti altri ancora.



Di seguito potete leggere il testo del nostro intervento:

"Buonasera a tutti, 

sono ... e parlo per conto del Comitato residenti di via Porto Corsini e via Fiume.

Il nome del nostro Comitato è, già da sé, particolarmente significativo.
I residenti di due diverse vie, una appartenente al comune di Milano e una al comune di Sesto San Giovanni, uniti in un'unica lotta per affrontare un problema comune.

In effetti, in molte zone di queste città ha ormai poco senso parlare di periferie.

Nella nostra, in particolare, sono rimasti solo i cartelli a testimoniare i confini dei comuni.
Gli edifici, e la vita stessa delle persone, si susseguono senza soluzioni di continuità.
La città metropolitana, di cui tanto si parla e si discute, già esiste nella realtà, e noi ne siamo un esempio concreto.

Purtroppo, a livello politico e amministrativo, la situazione è ben differente.

Nonostante tante belle promesse e bei discorsi, il comune di Milano continua a considerarci solo e soltanto una periferia.
Tutti i giorni viviamo la dimostrazione di questo atteggiamento.
Siamo completamente esclusi quando si parla di riqualificazioni, ma torniamo ben utili quando serve un posto dove scaricare i problemi.

Come tutti voi ben sapete, l'attuale giunta milanese, in particolare l'assessorato alla mobilità, circa un anno fa ha deciso di sopprimere la corsia preferenziale lungo la discesa del ponte di via Porto Corsini.

In un attimo ha cancellato il risultato di più di 30 anni di battaglia civile, riportando una situazione altamente critica dentro le nostre case e danneggiando pesantemente i collegamenti pubblici con il quartiere Bicocca, utilizzati quotidianamente da migliaia di studenti e lavoratori.
L'intenzione è quella di creare una sorta di nuova gronda nord, una strada interquartiere che diventi un vero e proprio collegamento est-ovest, quelli di cui Milano è storicamente carente.
Un progetto però decisamente insensato, che se realizzato in questa zona diventerebbe solamente la principale scorciatoia per passare dalla tangenziale nord alla tangenziale est, evitando il casello del peduncolo.
Un casello che, va detto, appare ormai anacronistico e che è la fonte di buona parte dei problemi viabilistici del nord-est della città.
In pratica Milano sta riportando in città un grande flusso di auto che dovrebbe invece viaggiare fuori da zone così densamente abitate.
Insomma, tutto il contrario del buon senso.

Un problema molto importante, non solo per le vie direttamente coinvolte ma per tutta questa zona.

Qualsiasi progetto di riqualificazione già oggi sarebbe seriamente inficiato dalla presenza degli attuali volumi di traffico, e diverrebbe addirittura improponibile con volumi ancora superiori.

Lo dicevamo prima: la città metropolitana, a livello politico, è purtroppo ancora solo un'utopia.

Il comune di Sesto San Giovanni, direttamente nelle persone del sindaco Chittò e dell'assessore Marini, da subito si è schierato al nostro fianco.
In tutti questi mesi ha cercato un dialogo con Milano, nel tentativo di ricondurlo alla ragione e di trovare una soluzione condivisa.
Ne abbiamo avuto ampia evidenza sia sulla stampa che nelle dovute sedi.
Purtroppo, anche di fronte ad un così importante interlocutore, il comune di Milano continua nella sua posizione: noi siamo una periferia e quindi non abbiamo alcun diritto.
Noi, così come tutte le altre zone periferiche coinvolte dal progetto, come ad esempio Bruzzano, dove un'ampia zona del quartiere verrà irrimediabilmente stravolta.

Anche i tanto acclamati processi di partecipazione sono rimasti solo concetti astratti.

A differenza, appunto, del comune di Sesto San Giovanni, con il quale è stato facile instaurare un dialogo continuo e costruttivo, Milano risulta assolutamente impermeabile alle nostre osservazioni.
Avevamo anche studiato una serie di proposte alternative che avrebbero risolto il nostro problema ma, incredibilmente, in un anno non siamo nemmeno riusciti ad incontrare una sola volta l'assessorato alla mobilità di Milano, che ha sempre trovato modi e motivi per non confrontarsi con noi.

Altrettanto deludenti sono stati anche i grandi progetti di trasformazione della città, come ad esempio la dismissione degli scali ferroviari.

Sullo scalo di Greco, a poche centinaia di metri da dove siamo ora, l'unica cosa che si era stati capaci di immaginare era una nuova colata di cemento per realizzare anonimi edifici popolari.
In pratica un nuovo ghetto in periferia, senza cogliere invece le enormi potenzialità urbanistiche di tutto l'impianto unite all'opportunità di ripensare, questa volta in modo intelligente, la viabilità della parte nord della città, letteralmente spaccata in due dalla ferrovia.
E' utile infatti ricordare che, oltre a quello di via Porto Corsini, non esistono altri attraversamenti prima del ponte di via Breda, ben 2 km più a sud.

Per tutti questi motivi noi oggi facciamo davvero fatica ad immaginarci un futuro per le periferie di Milano.

Milano potrà progredire solo se ci sarà un vero cambio di passo nella sua futura amministrazione.
Se Milano vorrà davvero crescere, socialmente e culturalmente, dovrà necessariamente ripensare le proprie periferie, collaborando realmente con i residenti e con i comuni limitrofi.

Ci sembra di essere nel giusto; chi ci amministra deve pensare prima alle necessità ed alla salute dei propri concittadini... e solo poi alle esigenze di chi residente non è.


Nel ringraziarvi per l'attenzione, vogliamo cogliere questa occasione per esprimere ancora una volta la nostra riconoscenza al sindaco Chittò e all'assessore Marini per il loro impegno a nostra difesa.

Siamo certi che sapranno rimediare, ormai in tempi brevi, al danno creato dal comune di Milano, e nel contempo trovare ulteriori soluzioni per ridurre entro livelli accettabili l'intensità del restante traffico privato, come ad esempio quello diretto verso la Bicocca.

Grazie."



       
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